De Rita: “Abbiamo vissuto una pandemia mediatica”

De Rita: “Abbiamo vissuto una pandemia mediatica”

Il presidente del Censis fotografa il 2020 con un’ampia panoramica

Turco: «L’Italia è un arcipelago, i Dialoghi strumento di unione»

«Stiamo vivendo un piccolo disastro autunnale che si può identificare con una sola parola: rincorsa». Il terzo appuntamento dei ‘Dialoghi Eula Extra’, andato in scena rigorosamente ‘a distanza’ con collegamenti live streaming, si è aperto con la severa affermazione di Giuseppe De Rita, ospite d’eccezione dell’evento. Accompagnato e condotto dal giornalista Davide Maria De Luca (Domani), il presidente del Censis (Centro Studi Investimenti Sociali) è stato protagonista di numerosi spunti di riflessione, buona parte dei quali indirizzati al quadro nazionale, ma anche al contesto piemontese e cuneese.

Dall’introduzione della diretta, riservata al direttore scientifico del ‘festival della buona politica’, Fulvio Bersanetti, ai saluti del vicesindaco di Villanova Mondovì (CN), Michele Pianetta, sino all’intervento di Giandomenico Genta, presidente della Fondazione CRC, preziosa sostenitrice sin dalla prima edizione dell’evento, sono stati numerosi i collegamenti a fatti e persone della ‘Granda’: «Voi cuneesi avete il gusto di essere un soggetto dell’economia locale. Ci siamo resi conto solo ora che la cultura provinciale, a lungo bistrattata, sarebbe stata oggi molto utile nella gestione della pandemia. Ho sempre difeso la Provincia, un utile ente intermedio di area vasta».

È ampio il raggio di intervento del sociologo romano, fondatore nel 1964 dell’istituto di ricerca socio-economica più blasonato del Paese. Dopo aver riconosciuto l’abilità di adattamento degli italiani, De Rita ha sottolineato la cronica incapacità di programmazione della classe dirigente: «Seguiamo il contagio, non lo preveniamo. In questi mesi abbiamo scoperto la vera differenza tra comunicazione e informazione: il vero veleno dell’Italia. Ma siamo stati civili, più di altri Paesi europei: abbiamo risposto alle indicazioni del Governo, del CTS, dei virologi. E così abbiamo rispettato il distanziamento sociale e indossato la mascherina». Ad una precisa domanda dell’interlocutore, De Rita ha rincarato la dose sui mass media: «Senza comunicazione di massa questa pandemia non sarebbe ricordata. Siamo stati sommersi da dati e tabelle, senza tuttavia essere davvero informati. Abbiamo creato nuovi personaggi mediatici, ma tali esagerazioni sono destinate a cadere presto nel dimenticatoio. Dal punto di vista strutturale, invece, il Covid-19 lascerà cambiamenti soprattutto nel mondo del lavoro e della scuola. Alcuni processi rimarranno, ad esempio buona parte degli impiegati si è abituata allo ‘smart working’ e difficilmente tornerà in presenza in ufficio. I veri cambiamenti sono nelle ‘cose quotidiane’, non nel volume complessivo dei fenomeni sociali».

Il dato più eclatante citato dal presidente riguarda il volume di risparmio degli italiani nel 2020, scaturito dalla prolungata situazione di incertezza: ben 1.700 miliardi di euro, pari all’intero PIL della nostra economia. «Un Paese a vocazione patrimoniale diffusa – è la lucida analisi di De Rita – che genera una stagnazione strutturale dei consumi. Siamo sempre stati un popolo di risparmiatori, soltanto negli anni Sessanta e Settanta siamo stati più ‘spendaccioni’, ma oggi abbiamo raggiunto livelli che non trovano giustificazione nei fondamentali economici. Gli italiani ne sono spaventati ma, a rigore di logica, la ‘patrimoniale’ potrebbe essere dietro l’angolo».

Riuscirà il Governo nell’intento di offrire alternative diverse per incentivare le famiglie a investire i propri risparmi? «Magari! Finora il Governo ha seguito le esigenze della cittadinanza, dal bonus baby sitter al bonus computer. Non si fa politica economica con uno strumento emergenziale come il bonus: confido in una legge di bilancio di respiro e nel programma europeo del Recovery Fund. Vedremo se la classe politica saprà proporre un’idea di Italia in grado di guardare al futuro». L’intervento si è concluso con l’indicazione della via d’uscita: il motore dello ‘sviluppo locale’, primo settore di intervento della Fondazione CRC, istituzione elogiata da De Rita come esempio virtuoso: «Chi vuole fare sviluppo deve farlo dal basso, con soggetti che sentano di far parte di una comunità».

«Poter annoverare il professor De Rita tra gli ospiti del nostro evento – afferma Michelangelo Turco, sindaco di Villanova Mondovì – indica, ancora una volta, la caratura dei Dialoghi Eula. Siamo ormai stimati e riconosciuti dalle istituzioni, locali e nazionali, come veicolo di diffusione e condivisione culturale. L’Italia è un arcipelago, tramite i nostri Dialoghi mettiamo in comunicazione diverse isole, anche in regime di distanziamento sociale, dimostrando versatilità e professionalità. Ne siamo orgogliosi».

Villanova Mondovì: direzione-futuro ai ‘Dialoghi Eula Extra’

Villanova Mondovì: direzione-futuro ai ‘Dialoghi Eula Extra’

Grande partecipazione da parte degli amministratori monregalesi per l’incontro con i rappresentanti l’Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile (ASviS).

L’Agenda 2030 presentata dall’ex ministro Giovannini, portavoce ASviS

Bersanetti: «Ospiti di grande caratura, un evento di visione e passione»

‘Non siamo l’unica specie sulla Terra, ma siamo l’unica in grado di immaginare’. L’ambiente, la scuola, il valore del tempo: lo sguardo rivolto al futuro e i piedi ben saldi sul passato, una storia ben rappresentata dal contesto. Il secondo appuntamento dei ‘Dialoghi Eula Extra’, andato in scena nella serata di lunedì 20 luglio, ha visto protagonista Enrico Giovannini, portavoce dell’Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile (ASviS), ex ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, economista e docente universitario con un passato ai vertici dell’Istat e dell’OCSE che, in collegamento live, si è reso protagonista di un’appassionata lectio sullo sviluppo sostenibile. In sala, come chiaro segnale di vicinanza e sostegno al territorio, Gianni Bottalico, già presidente nazionale ed internazionale delle ACLI ed attuale responsabile dei rapporti di ASviS con gli Enti locali.

Sindaci ed autorità del territorio, in piena osservanza delle normative COVID-19, sono tornati in gran numero per animare l’antica chiesa di Santa Caterina in Villavecchia, luogo ormai simbolo di riflessione e unità. La platea, in presenza ed il live streaming, è stata accolta dai saluti di Michele Pianetta vicesindaco di Villanova Mondovì, Giandomenico Genta, presidente della Fondazione CRC, Paolo Blangetti, presidente della BCC Pianfei e Rocca de’ Baldi, Roberto Ganzinelli, il presidente di Confartigianato Fidi Cuneo, e Luca Chiapella, vicepresidente della Camera di Commercio di Cuneo.

A due giorni dall’evento, sono già oltre 10mila le visualizzazioni social della diretta, disponibile sul canale Youtube ‘Villanova Turismo e Manifestazioni’. Tanti i ‘titoli’ proposti dall’intervento dell’ex ministro Giovannini, il primo interamente focalizzato sul sistema Italia, impreparato alla pandemia: «Difficile parlare di sviluppo quando, secondo l’ISTAT, il 30% delle imprese italiane si interroga sulla possibilità di chiudere. L’Occidente ha improvvisamente scoperto che le pandemie non riguardano solo altri continenti. Non abbiamo dato retta ai segnali d’allarme degli scienziati che ci avevano avvisati sui rischi dovuti ai danneggiamenti degli ecosistemi: non abbiamo capito quanto fosse alto il rischio. Abbiamo sbagliato».

L’ASviS, con l’Associazione Futuristi Italiani, ha avanzato la proposta di costituire in Italia un ‘Centro di previsione strategica’ presso la Presidenza del Consiglio per attrezzare il Governo con queste conoscenze. In parallelo, è necessario corredare tutti i nuovi interventi normativi con valutazioni sui loro effetti, ex ante ed ex post. Questa valutazione attualmente avviene solo per quanto riguarda le conseguenze sul bilancio pubblico e alcune variabili macroeconomiche, ma non vengono presi in considerazione gli impatti sul capitale sociale, umano e ambientale, la cui preservazione costituisce l’essenza della sostenibilità e la base per il benessere. Occorre accettare la bellezza ed il senso di un nuovo approccio: il futuro non lo si deve ‘solo’ decidere, ma immaginare e realizzare. A settembre 2015 tutto il Mondo ha firmato l’Agenda 2030: «Ringrazio ancora Ban Ki-moon – prosegue Giovannini – per avermi coinvolto nella stesura del documento, definito da Monica Maggioni, allora presidente dell’UE, ‘Un grande dono’, perché così complessa da obbligare i Paesi a cooperare per arrivare al suo pieno compimento».

Sono ancora poche le persone che conoscono i 17 goal dell’Agenda 2030, come pochi sono coloro che hanno almeno letto i 169 target e scoperto che l’Italia si è impegnata a raggiungerne 21 entro il 2020: dimezzare il numero di morti e feriti per incidenti stradali, dotare tutte le città di piani per i cambiamenti climatici, ridurre il numero dei giovani Neet (Not in Education, Employment or Training), dotare tutte le famiglie di banda ultra larga, … «Non l’abbiamo presa sul serio e siamo in ritardo». L’ASviS al fianco degli amministratori locali: «Ognuno di voi ha la possibilità, oltre che il dovere, di rendere l’amministrazione sostenibile, a partire dai consumi energetici e dalla gestione rifiuti, integrando l’Agenda 2030 alle agende politiche. La sensibilità degli italiani a questi temi è cresciuta durante il COVID, ma il mercato non la serve abbastanza. Nelle comunità si disegna e si realizza il domani. È qui che dobbiamo riconoscere che il nostro benessere non dipende solo dal capitale economico, ma anche da quello umano, sociale e naturale».

In chiusura, Giovannini punta i riflettori sul programma Next Generation EU (Recovery fund), lo strumento europeo di emergenza per la ripresa del valore di 750 miliardi di Euro che integrerà temporaneamente il bilancio dell’UE con nuovi finanziamenti provenienti dai mercati finanziari: «Ho letto una quantità di sciocchezze su cosa avremmo potuto fare con i fondi europei, fra cui la trasformazione del nostro sistema produttivo secondo il Green New Deal. Con quei soldi dobbiamo fare formazione, innovazione, lotta alle disuguaglianze: sono questi i grandi capitoli per cui il Next Generation EU possa essere utilizzato».

Profondi cambiamenti, non ‘una spennellata di verde’, non più politiche basate su vulnerabilità e resilienza ma che prevengono, preparano e trasformano. «I Dialoghi Eula sono un duro lavoro di squadra – afferma Fulvio Bersanetti, direttore scientifico dei Dialoghi Eula, ideati nel 2014 con Michele Pianetta -, uno staff che per mesi costruisce ed immagina l’evento. Nel nostro piccolo siamo convinti di aver contribuito ad uno sviluppo sostenibile della manifestazione, aumentando il numero di persone coinvolte e diminuendo gli spostamenti fisici grazie alla presenza della fibra ottica in Santa Caterina. Un accadimento non casuale, favorito dalla visione e dalla passione del sindaco Michelangelo Turco e dal vicesindaco Michele Pianetta, primi sostenitori dell’evento che in questa occasione ha ospitato veri e propri testimoni di una nuova rotta, quella indicata dall’Agenda 2030».